Chiesa Prepositurale Santa Maria Assunta
Il campanile della Chiesa Prepositurale Santa Maria Assunta
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Chiesa sussidiaria Santi Rocco e Michele
Chiesetta di San Martino
Cappella dell’Oratorio San Giuseppe
Cappella dell’Asilo San Carlo
Cappella del Cimitero
Oratorio di San Biagio (sconsacrato)
Il piccolo Oratorio di S.Biagio è situato all’interno del complesso di Cascina Coriasco, luogo sito tra il comune di appartenenza Lacchiarella e il comune di Binasco. Di Coriasco si sa che era già esistente nel 1050 (Corliascum) sottoforma di piccolo villaggio, mentre oggidì ne rimane solamente la cascina.
Teodoro Cavallotti narra così la storia del luogo nel suo libro: “Il luogo di Coriasco, ridotto oggidì ad una cascina, era anticamente un piccolo paese. Esso estendevasi in gran parte nel campo ove trovasi l’antica chiesuola. Davanti ad essa passava una strada carreggiabile, che, staccandosi da quella di Lacchiarella, ora ridotta in parte a sentiero, e dirigendosi verso l’attuale ghiacciaia, si univa all’altra, che diritto conduce verso la località “Molino Nuovo” poi a Binasco. Nel campo di detta chiesuola ed ai lati di detta strada sorgevano delle case appigionate a braccianti ed a bottegai del luogo, delle piccole cascine abitate da massari e perfino un monastero. Alcuni di detti edifici, all’infuori del monastero, esistevano ancora nel 1574. In tale anno, oltre le monache di S. Agostino e S. Pietro Martire di Milano, che possedevano l’attuale cascina, altri proprietari di case e di terreno v’erano a Coriasco […] La cascina delle monache suddette, allora di circa mille pertiche, era affittata a un certo Iacomino Dallù […]. Le dette monache a poco a poco comprarono le piccole cascine degli altri proprietari, e portarono il perticato di detta loro possessione da circa pertiche 1000 nel 1635 a pertiche 1890 nel 1760. […]”
Del monastero di Coriasco, scomparso certamente prima del 1550, parla nel suo racconto storico “L’arte e gli amori” il prof. Pietro Corbellino di Pavia. Egli dice che a Coriasco nel 1300 esisteva un monastero di Carmelitane, detto “Monastero di S. Maria del Coro”, dove Matteo Visconti vi rinchiuse la propria figlia naturale Zarina, che amoreggiava con Riccardino Langosco, signore di Pavia. […] E’ probabile che l’attuale cascina, già di proprietà di detto monastero di Carmelitane, sia poi passata alle monache di S. Agostino e S. Pietro Martire di Milano. Queste infatti la tennero in loro proprietà fino alla soppressione del loro convento avvenuta verso il 1800.
La chiesuola del luogo, ora completamente isolata, dedicata in origine a S. Biagio, a S. Ippolito, a S. Casciano ed ora soltanto a S. Biagio, è probabilmente una delle cappelle sorte per la messa festiva qualche secolo prima del mille. Essa è annoverata nel manoscritto di Goffredo da Bussero tra le chiese già esistenti nel 1289 colle parole: Item in loco Corliasco plebis de Decimo ecclesia sancti Blazii cum sancto Jippolito et Casciano.
Detto oratorio, di una sola navata e di un solo altare rivolto verso oriente, ha dipinta in una nicchia nel luogo dell’icone l’immagine della B. V. Maria col figlio in braccio, quelle di S. Antonio e di S. Rocco ai lati e quelle di Dio Padre e dell’Annunciazione alla sommità. Essa è circondata da una lista di terreno, che fino a tutto il 1787 servì da cimitero per i morti di detto luogo. S. Carlo, che visitò detta chiesa nel 1573 dice ch’essa non aveva alcun reddito e che nel cimitero, che la circondava da tre parti, cioè a settentrione, a oriente ed a mezzogiorno, v’erano molte piccole piante, come olmi e pioppi da scava. –Spacium terrae instat cimiterij,a tribus partibus eam circumdat, videlicet ad aquilanem, ad orientem et meridiem, nec habet ullos redditus.In dicto spacio terrae adsunt multi arboris parve et ulmi et sunt ceduae-.
[…] Anche il prevosto Ambrogio Zaccone (1723) parla di detto oratorio. Egli dice: -Lungo brazza 16 e largo 9 è soffittato. Porta verso sera un vestirolo ove stanno le suppellettili e con balaustra di legno. L’ancona tutta sopra del muro con pitture de’ santi ed in mezzo della B. V. Maria. Un calice, due corporali, pochi purificatori, un camice, un messale ambrosiano ed uno romano. Vien regolato dalle R.R. Monache di S. Agostino a Porta Lodovica. In questo oratorio si celebra una messa festiva pagata dalle medesime monache, ma non si sa se sia legato, oppure; ma che solamente la fanno celebrare per un gran uso. Non si fa alcuna festa, nemmeno quella del titolo-.
Alla fine del secolo XVII in tale oratorio si celebrava anche più di una messa alla festa e qualcuna anche nei giorni feriali quasi sempre dai frati del convento di S. Martino in Lacchiarella, pagate dalle monache proprietarie del luogo.[…] “.
Nel 1896 Lacchiarella fu visitata dall’arcivescovo cardinale Andrea Carlo Ferrari; il parroco di allora, don Ambrogio Carminati preparò per l’arcivescovo una relazione sullo stato dei vari edifici religiosi del paese e delle sue frazioni, tra cui anche Coriasco. In tale relazione scrisse che la manutenzione del piccolo Oratorio spettava alla famiglia Marozzi, proprietaria della Cascina Coriasco, mentre gli arredi e i paramenti venivano conservati nella casa del fittabile della stessa cascina, documentò la presenza dell’affresco, probabilmente cinquecentesco, della Madonna dell’aiuto, una statua sempre della Madonna e altri quadri, definiti da Carminati “preziosi per lavoro artistico o per antichità.[…]”
La chiesetta di S. Biagio subì nel periodo successivo all’ ultimo dopoguerra le conseguenze della progressiva perdita di importanza della Cascina Coriasco, del suo spopolamento e dei lavori che negli anni ’70 / ’80 sconvolsero il territorio per la costruzione del centro commerciale il Girasole, sorto proprio a poche centinaia di metri dal piccolo Oratorio. Alla fine degli anni ’90 S. Biagio cadde in uno stato di abbandono che la portò a ridursi ad un rudere dalla stabilità incerta; tale situazione rimase fino al 1998, quando il tetto, crollato nel 1993, fu ricostruito gratuitamente da un’impresa. S. Biagio andrebbe considerato come edificio testimone dell’ antichità di Lacchiarella,.
Da tale descrizione dell’oratorio di S. Biagio del 1939 circa, ad oggi, sono avvenuti dei cambiamenti:
– Gli affreschi raffiguranti S. Antonio, S. Rocco, Dio Padre e l’Annunciazione sono stati riportati in luce pochi anni fa grazie ad una pulitura degli intonaci;
– l’antica soffittatura con annessa copertura è ormai inesistente perché crollata, al suo posto vi è un tetto a doppia falda in legno e coppi costruito gratuitamente per il comune verso la fine degli anni ’90 del XX secolo;
– inesistenti ormai anche tutti gli arredi e suppellettili sacri descritti dal prevosto Ambrogio Zaccone nel 1723;
– non c’è più alcuna traccia del cimitero che attorniava l’oratorio su tre lati.
Passaggi di proprietà della Cascina Coriasco, monastero e annesso Oratorio di S.Biagio
1300 (data certa)-1574 : il luogo è di proprietà delle monache Carmelitane fino alla
soppressione del monastero nel 1550 circa.
1574 circa-1800 circa : il luogo è passato dalle Carmelitane alle monache di
S. Agostino e S. Pietro Martire di Milano.
Nel ‘500 affittarono la cascina a Iacomino Dallù.
XIX secolo: il luogo è di proprietà della famiglia Marozzi;
fine Ottocento ad oggi: il luogo è di proprietà del Comune di Lacchiarella.
Bibliografia:
– Teodoro Cavallotti, “Lacchiarella illustrata nel paese e nella sua parrocchia”,
edizione del 1939.
– Brunello Maggiani, “Una bella chiesetta da salvare”, notiziario di Lacchiarella del 1997.
(Relazione storico-artistica ad opera dell’architetto Elisa Farina)