Ogni celebrazione cristiana è per sua natura ecclesiale: le azioni liturgiche non sono azioni private, ma celebrazioni della Chiesa, che è «sacramento dell’unità» […]. Perciò tali azioni appartengono all’intero corpo della Chiesa, lo manifestano e lo implicano; ma i singoli membri vi sono interessati in diverso modo, secondo la diversità degli stati, degli uffici e della partecipazione effettiva (SC, n. 26). La molteplicità dei ministeri che contraddistingue l’assemblea cristiana e le numerose possibilità di adattamento delle celebrazioni previste dai libri liturgici richiedono però un’opera di coordinamento e di armonizzazione dei vari ruoli: nulla si lasci all’improvvisazione. L’armonica disposizione ed esecuzione dei riti contribuisce moltissimo a disporre lo spirito dei fedeli per la partecipazione all’eucaristia (PNMA, n. 326).
Ogni comunità avrà modo di promuovere al suo interno la formazione di gruppi liturgici per la preparazione e l’animazione delle celebrazioni soprattutto quelle domenicali e delle feste più importanti (CEI, Il rinnovamento liturgico in Italia, n. 9).
Anche il papa Giovanni Paolo II ha richiamato l’esigenza di preparare «con speciale cura» le celebrazioni eucaristiche, specialmente quelle domenicali (Dies Domini, n. 50), sollecitando l’istituzione di iniziative e di gruppi a tale scopo.
L’istituzione di una équipe di animazione liturgica è ovviamente frutto della maturazione dell’intera comunità parrocchiale, che non solo avverte l’esigenza di prepararsi nel modo migliore alle celebrazioni, ma che intende dar vita ad una Chiesa «tutta ministeriale», nella quale sia viva la collaborazione e la compartecipazione alla vita ecclesiale.
L’équipe liturgica parrocchiale è una struttura di comunione per la preparazione e la realizzazione delle celebrazioni: è dunque indispensabile che in esso convergano tutti coloro che in prima persona sono impegnati nell’animazione liturgica o che hanno un ufficio connesso alla vita liturgica della comunità.
Oltre al parroco e chi abitualmente presiede le celebrazioni ne faranno parte gli addetti al servizio dell’altare e del presidente, i ministri della Parola di Dio, i ministri del canto e gli animatori musicali, tutti coloro che, in vario modo, sono a servizio dell’assemblea (i commentatori, i vari incaricati…), senza dimenticare i rappresentanti dell’assemblea. Ovviamente l’équipe è una struttura di coordinamento: ogni ministero e ogni tipo di servizio liturgico sarà quindi rappresentato solo da alcuni elementi. L’importante è non perdere di vista una prospettiva «globale»: i singoli membri non sono lì per difendere ciascuno il proprio spazio né per puro efficientismo, ma dialogare e confrontarsi mettendo le proprie competenze a servizio dell’assemblea, per aiutarla a diventare responsabile della propria preghiera e a vivere pienamente la celebrazione. Questo è l’obiettivo dell’animazione liturgica, che è un vero e proprio ministero.
Conoscere – Una buona animazione liturgica non può prescindere dalla competenza di chi la prepara. Il primo ambito di competenza riguarda la liturgia, in senso lato: per animare bene una celebrazione sarà opportuno anzitutto avere familiarità con i libri liturgici e con la Scrittura; ma sarà d’aiuto conoscere anche il linguaggio liturgico, le sue regole e le sue modalità espressive, senza trascurare le indicazioni del magistero. Un secondo ambito di competenza riguarda il soggetto della celebrazione, cioè l’assemblea.
Progettare – Ogni libro liturgico è anzitutto una miniera di indicazioni sulla natura e lo scopo del rito descritto: è questo il «progetto liturgico» che l’équipe è chiamata a conoscere adeguatamente e a concretizzare mediante l’animazione.
Preparare – La corretta comprensione della natura dei singoli riti, riletti alla luce dell’anno liturgico, della parola di Dio e dei testi celebrativi, riferiti alla concreta assemblea che abbiamo di fronte dovrà poi concretizzarsi scegliendo, tra le diverse soluzioni rituali proposte dai libri liturgici, quella più adatta al progetto liturgico e al contesto.
Prevedere – Il passo successivo consisterà nella previsione di tutto il necessario per attuare l’animazione che abbiamo progettato e preparato: chi, come, quando, quanto, dove…
Celebrare – È il momento in cui il progetto liturgico, concretizzato in una precisa animazione, a sua volta definita in una sequenza ordinata viene effettivamente svolto e attuato. Non ci si dimentichi mai di mantenere un clima di preghiera e di silenzio che renda «parlanti» i testi, i gesti e i simboli prescelti, curando il ritmo celebrativo ed evitando «vuoti», rifuggendo dai personalismi e ricercando sempre la sobrietà.
Verificare – Verificare significa «fare la verità» sulla realizzazione delle celebrazioni e sulla loro efficacia reale: si tratta quindi di ascoltare l’assemblea, identificando i passi ancora necessari per migliorare la partecipazione.
Sua Ecc. mons Piero Marini
Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie durante Giovanni Paolo II e Benedetto XVI
Ha celebrato la S. Messa nella nostra chiesa prepositurale.
Alcuni documenti di riferimento:
Sacrosanctum Concilium
Redemptionis Sacramentum
CEI – Il rinnovamento liturgico in Italia
Principi e Norme del Messale Ambrosiano (PNMA)
Lettera Apostolica Desiderio Desideravi